DA SUD A NORD PER IL VANGELO – di Don Giuseppe Baldas

Qualche settimana fa è apparso su “Porta Aperta” un servizio sul vescovo di Bouakè, mons. Paul Simeon Ahouanan Djro deceduto qualche giorno prima.
La notizia della morte è apparsa anche sui 2 quotidiani locali “Il Piccolo” e “Messaggero Veneto” venerdì 23 febbraio. La notizia era corredata dalla foto di mons. Ahouanan, molto giovane, allora vescovo di Yamoussoukroi da appena 2 mesi. La foto è del maggio 1995 e, accanto al vescovo, in una processione c’è anche il nostro don Dario Franco. Dico nostro perché attualmente risiede nella casa dei sacerdoti del Duomo.
Don Dario era allora missionario “Fidei Donum” nella missione di Kossou dove era parroco e dove ha operato per oltre 12 anni. La foto parla di una processione che, nel villaggio di Toumboukro, missione di Kossou, si andava a benedire una bella e grande chiesa ideata dall’architetto Leonardo Miani di Udine. Toumboukro è un villaggio di una certa importanza perché si pone come carrefour tra la strada che porta verso Man e la Liberia e quella che porta a Kossou. La comunità cristiana era in crescita, data anche la presenza di immigrati Mossi del Burkina Faso, e la vecchia cappella era del tutto insufficiente. Rivedendo quella foto della processione del vescovo da appena 2 mesi a Yamoussoukro e don Dario Franco, mi dà l’occasione di parlare di uno dei tanti episodi che hanno accompagnato la vita dei nostri missionari in Costa d’ Avorio.
Ho accompagnato don Dario in uno dei villaggi nella zona della Marouè, posta a una trentina di chilometri a sud del centro di Kossou. Siamo arrivati nel pomeriggio e in programma erano gli esami dei catecumeni che si preparavano al Battesimo. Il villaggio era in gran parte abitato da emigrati Mossi del Burkina Faso che lavoravano nelle piantagioni. Dopo il lungo periodo dedicato agli esami, quando ormai era notte, la S. Messa nella cappella di fango. Durante la Messa, a distanza, la voce di 2 bambini mussulmani che ripetevano in continuazione una frase del Corano. Dopo la Messa, l’obbligo, quali ospiti di partecipare alla cena collettiva preparata all’aperto. E poi, alla fine, il ritorno a Kossou per la notte. Il caldo era intenso e ci siamo fermati in cucina per bere qualcosa di fresco, prima di andare a dormire. Si è fatta mezzanotte. Inaspettato un battito alla porta. Era un catechista di un villaggio a 30 chilometri a nord della missione, oltre il villaggio di Tenikro, ove la parrocchia di Aiello aveva costruito una chiesa dedicata a S. Carlo.
Era venuto in bicicletta per la più che disagiata pista perché un cristiano del suo villaggio stava morendo e voleva ricevere i Sacramenti. Don Dario, stanco per il pomeriggio e la nottata passata nel villaggio della Marouè, non si è fatto pregare ed è subito partito per quel villaggio ad esaudire il desiderio di un cristiano morente.
Fece ritorno a casa verso le 3 del mattino. Da sud e poi a nord per 60 chilometri per quelle piste, per annunciare il Vangelo.
Ho sempre avuto tanta stima e ammirazione per i missionari, per il loro lavoro intenso e anche per i vari sacrifici connessi alla loro missione.
Quella notte ho avuto una chiara conferma.

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