Il testo è tratto da “Gorizia e dintorni” (ISBN 88-86928-43-2) edito da Libreria Editrice Goriziana www.leg.it leg@leg.it
L’esterno
La chiesa è dedicata a Maria Immacolata, patrona della riscossa della cattolica Austria contro i Turchi. Vi si accede dalla via Garibaldi, attraverso il portale sovrastato da un timpano spezzato, che fu aggiunto in seguito. Più in alto si apre un finestrone; un oculo è posto sotto la cornice aggettante del tetto. Ai lati del portale due finestrelle chiuse da grate guardano verso la strada; al di sopra si trovano due nicchie, che contengono, a destra, la statua di sant’Andrea, a sinistra quella del beato Daniele degli Ungrispach, vissuto nel Trecento a Udine e ritiratosi presso il monastero dei camaldolesi di Murano, dove fu ucciso, nel 1411, da due ladri penetrati nella sua cella per derubarlo. Sono scomparsi dalla facciata della chiesa, durante il primo conflitto mondiale, i due scudi in marmo con lo stemma dei conti Porcia, collocati originariamente sotto le statue. Considerati insieme al soggetto della prima statua, in cui il santo è riconoscibile dall’emblema della caratteristica croce, gli stemmi permettevano di identificare il donatore nel nobile Andrea da Porcia, autore alla fine del Seicento di altre azioni di mecenatismo a favore della chiesa locale. La scelta del soggetto della seconda statua: il beato Daniele raffigurato in vesti di foggia secentesca, fu probabilmente suggerita dall’affermarsi della sua venerazione alla metà del Seicento, proprio mentre si completava la costruzione della chiesa. Nel 1647 la salma del beato, riesumata, era stata trovata incorrotta ed erano incominciati a fiorire i primi miracoli.
L’interno
Realizzata tra il 1647 e il 1685 la Chiesa dell’Immacolata è riconosciuta come esempio architettonico di prestigio di quel “Barocco Goriziano”, sintesi dei fastosi e raffinati modi artistici italiani di una Venezia così vicina e nordici con Vienna non lontana: l’interno, di modeste dimensioni, è naturalmente risolto in una navata unica con abside tronca. Nel XVII secolo la chiesetta presenta più altari lignei laterali ed un ricco decoro sul soffitto fatto di stucchi a motivi floreali che andavano ad incorniciare degli ovali dipinti raffiguranti “La gloria di santa Maria Assunta” che, pur non essendo attribuibili a Giulio Quaglio come recita una ormai sorpassata indicazione turistica in facciata, sono opera di un ad oggi di un anonimo maestro d’età barocca.